RADIO ORVIETO, quella storica in FM, è stata concepita nel 1975, tra gli archi di S.Andrea, e, quando era troppo freddo, nella roulotte di uno di noi. Il primo “vagito” risale al 1976: un brano (“Panama red” dei New Riders) apriva le trasmissioni, poi seguiva la voce di uno speaker che diceva “State ascoltando Radio Orvieto, emittente popolare umbra che trasmette sui 102.700 Mhz”. Alcuni anni dopo, abbiamo saputo che avevamo qualcosa in comune con la prima radio italiana, RADIO BOLOGNA, che nacque nel 1974. Infatti noi l’avevamo ideata all’interno di una roulotte, Radio Bologna trasmetteva in una roulotte, spostandosi in continuazione, per sfuggire all’eventuale sequestro: dopo una settimana una volante della Polizia li individuò e furono interrotte le trasmissioni. Un esperimento, quello di Radio Bologna, che aprì spazi e prospettive di portata storica, considerato ciò che sarebbe avvenuto poi.
Nel caso di Radio Orvieto, l’inizio delle trasmissioni in FM è stato possibile grazie ad alcuni compagni che lavoravano in un’azienda locale che realizzava trasmettitori radio.
Sì, ci chiamavamo “compagni” perché condividevamo tutto, e c’era un forte senso di appartenenza, pensavamo veramente che fosse possibile cambiare, soprattutto convinti che la nostra vita sarebbe stata diversa da quella dei nostri padri.
Ricordiamo ancora con entusiasmo ed emozione il giorno in cui con una AMI4, un’automobile, ci recammo a Roma per acquistare tutto l’occorrente per le trasmissioni.
I soldi necessari li ottenemmo con una “maxi” colletta.
Quali erano le nostre intenzioni? Dare voce ai soggetti tradizionalmente esclusi dalle radio (studenti ed operai, per esempio). La nostra idea era di contrapporsi all’informazione “verticale” dei mass media del potere, con un nuovo modo di fare informazione, la comunicazione di massa.
Il nostro palinsesto? Tanta musica rigorosamente senza interruzioni, le interminabili rassegne stampa, il microfono “aperto” agli ascoltatori senza alcuna censura, registrazioni effettuate all’esterno, i collegamenti con altre radio quali Radio Popolare di Milano e Radio Proletaria di Roma. Ma Radio Orvieto non era solo una radio, di fatto era un collettivo politico che, soprattutto nel 1977, organizzò assemblee pubbliche, varie iniziative, trasmissioni delle campagne elettorali per alcuni referendum, ad esempio quelli contro la legge Reale sull’ordine pubblico e quello contro il finanziamento pubblico dei partiti. Realizzammo anche una serie di diapositive, la cui proiezione era accompagnata da commenti ironici sulle consistenti proprietà di alcuni cittadini orvietani che dichiaravano un reddito molto basso. Poi una rassegna cinematografica nella quale furono proiettati film molto particolari.
Alcuni anni dopo, nel 1980, le trasmissioni di Radio Orvieto cessarono, in primo luogo per difficoltà finanziarie dovute al fatto che scegliemmo di non accettare pubblicità e di affidarci esclusivamente sul volontariato. Altre radio, in Italia, fecero scelte diverse che le portarono a non essere più voci libere, ma a divenire radio commerciali, come sono attualmente gran parte delle radio private. Inoltre noi non avevamo alcun appoggio, né da parte di sponsor, né da parte di organizzazioni politiche (il PCI, ad esempio, aveva un certo timore di una voce libera e non controllata).
Concludendo, una precisazione: attualmente coloro che parlano di radio libera o privata tendono a considerarle la stessa cosa. In realtà le radio libere di allora non avevano niente a che fare con le radio private di oggi.
“30 ANNI (e più...) DOPO- Da Radio Orvieto a R.O.W: l’epopea delle radio libere negli anni ’70 in quattro abili mosse”, è una trasmissione in quattro puntate andata in onda su www.radiorvietoweb.it nel maggio 2008, ideata e condotta da Andrea “Kappa” Caponeri con ospiti vari.
Nel 1975 alcuni ragazzi appassionati di politica, musica e libertà costruiscono un trasmettitore e impiantano un’antenna clandestina sulla Torre del Moro: nasce Radio Orvieto- Radio Democratica Popolare. “30 anni (e più...) dopo” vuole essere un ideale passaggio di testimone tra due generazioni, incontrando alcuni di quei ragazzi (e riascoltando la stessa musica) per ritrovare le emozioni, gli scazzi, gli entusiasmi e le trasmissioni che per tre anni hanno imperversato nell’etere della nostra cittadina, quando ancora noi eravamo troppo piccoli, o di là a nascere, quando le radio non erano commerciali, non erano private: erano libere. Veramente.
(ringraziamo Radio Orvieto Web per la gentile concessione)
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Programmi di Radio Orvieto
Interviste e commenti sul terrorismo delle Brigate Rosse e sul rapimento Moro del 16/3/78
Referendum dell'11 giugno: intervista a Dario Fo
Referendum dell'11 giugno: intervista a Emma Bonino
Referendum dell'11 giugno
Benedetto Burli intervista un soldato e dati sulle elezioni
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Telefonata con Radio Popolare
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